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Personaggi

Salvatore Pelosi

Nacque a Montella (Avellino) il 10 aprile 1906. Allievo dell'Accademia Navale di Livorno dal 1921, nel 1923 conseguì la nomina a Guardiamarina, prendendo imbarco prima sulla nave da battaglia Caio Duilio a quindi sull'incrociatore Libia dislocato in Estremo Oriente, dal quale sbarcò poi in Cina per essere destinato presso il Distaccamento Marina di Tientsin tenuto da un Reparto del "Battaglione San Marco".Rimpatriato per la frequenza del Corso Superiore all'Accademia Navale, dove si specializzò nella direzione del tiro, promosso Tenente di Vascello, imbarcò sul cacciatorpediniere Bettino Ricasoli e sull'esploratore Pantera con l'incarico di Direttore del Tiro e poi sull'incrociatore Bolzano con l'incarico di Ufficiale di rotta. Nel 1933 imbarcò sull'incrociatore Gorizia con il quale partecipò alle operazioni militari durante il conflitto italo-etiopico (1935 - 1936).

Successivamente ebbe il comando di una Squadriglia di MAS in Sicilia e, al comando di una torpediniera, partecipo poi alle operazioni militari in Spagna. Promosso Capitano di Corvetta ebbe il comando di vari sommergibili ed all'inizio del secondo conflitto mondiale quello del Torricelli, dislocato in Mar Rosso. Ferito nel combattimento del 23 giugno 1940 - che lo vide impegnato in un aspro duello d'artiglieria contro soverchianti forze navali di superficie inglesi alle quali inflisse notevoli danni - e perduta l'unità al suo comando, fu tratto in salvo dai suoi stessi marinai e successivamente fatto prigioniero dagli inglesi.

Rimpatriato nel 1945 e promosso Capitano di Fregata con anzianità retroattiva 1942, fu prima nominato Capo di Stato Maggiore del Comando Sommergibili e successivamente Comandante Superiore dei Sommergibili. Nel 1948, dopo il periodo di comando sul cacciatorpediniere Alfredo Oriani, fu promosso Capitano di Vascello; frequentò l'Istituto di Guerra Marittima e dal dicembre 1949 all'agosto 1951 ebbe prima il comando della Marina Militare italiana in Somalia, nel periodo di protettorato fiduciario italiano in quella ex colonia, e poi assunse l'incarico di Capo di Stato Maggiore presso il Comando in Capo del Basso Tirreno. Dal 1952 al 1953 ebbe il comando delle Forze Navali Costiere e quindi, con imbarco sull'incrociatore Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi, l'incarico di Capo di Stato Maggiore della 2a Divisione Navale, che mantenne fino al luglio 1954, quando assunse l'incarico di Capo di Stato Maggiore presso il Comando Militare Marittimo della Sicilia.

Promosso Contrammiraglio il 1° gennaio 1957, frequentò poi il Centro Alti Studi Militari e fu Ispettore delle Scuole C.E.M.M.. Promosso Ammiraglio di Divisione assunse prima il comando del Dragaggio e poi quello del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sicilia e con la promozione ad Ammiraglio di Squadra nel 1964, fu nominato Comandante in Capo del Dipartimento Marittimo dello Ionio e del Basso Adriatico e Presidente della Commissione Ordinaria di Avanzamento. Fu, inoltre, Presidente del Consiglio Superiore di Marina. Nel 1969 fu posto in ausiliaria per raggiunti limiti di eta. Salvatore Pelosi morì il 24 ottobre 1974.

Operazioni navali in Africa Orientale

Medaglia d'oro al Valor Militare

Comandante di sommergibile dislocato in acque lontane ed insidiatissime, durante ardua missione svoltai n condizioni ambientali oltremodo avverse, scoperto e sottoposto a prolungata caccia da parte di numerose siluranti, visto impossibile il disimpegno, emergeva accettando il combattimento in evidenti condizioni di inferiorità.
Aperto il fuoco con il cannone e con le mitragliere, si impegnava in epica lotta a distanza ravvicinata contro tre cacciatorpediniere e due cannoniere. Lanciati anche i siluri, a corto di munizioni e con l'unità ripetutamente colpita, ed egli stesso ferito, decideva di salvare i suoi marinai ed affondava il battello che scompariva con la bandiera a segno salutato alla voce dal valoroso equipaggio.
Nell'impari lotta, il sommergibile affondava un Ct. ed infliggeva danni alle rimanenti unità avversarie. Trascinato in mare dai marinai che si erano rifiutati di abbandonarlo era da loro stessi sostenuto allorché, in seguito alla ferita riportata, aveva perduto i sensi. Coloro ai quali egli aveva indicato la via dell'onore e del dovere ridavano in tal modo alla Nazione ed alla Marina uno dei suoi figli migliori affinché a questi fosse ancora concesso di operare per il bene della Patria.
Magnifico esempio di uomo e di Ufficiale al quale lo stesso nemico ha tributato ammirazione e rispetto.
Mar Rosso Meridionale, 21 - 22 - 23 giugno 1940



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